Quando si parla di branded content vs native advertising si rischia di fare confusione. Infatti, sebbene branded content e native advertising abbiano molti tratti caratteristici comuni, i due concetti differiscono notevolmente nell’applicazione pratica. Di fatto, si può affermare che i due approcci di marketing sono strategie che mirano a promuovere un marchio tramite la contenutistica. Al contempo, però, branded content e native advertising sono due cose differenti e diverse sono le loro applicazioni in una strategia di marketing.
In questo articolo ci concentreremo sui concetti di branded content vs native advertising, sulle loro caratteristiche e sulla differenza branded content e native advertising in applicazione alle strategie di marketing online.
Branded content vs native advertising: il contenuto di marca.
Abbiamo concordato precedentemente che branded content e native advertising sono entrambe strategie di marketing. In particolare, tali approcci strategici mirano a promuovere un prodotto o un marchio attraverso contenuti di alta qualità che sembrano parte integrante del contenuto stesso di un editoriale. Sebbene sembrino estremamente simili, quando si pensa al branded content vs native advertising occorre considerare alcune caratteristiche peculiari delle singole strategie. Vediamole qui di seguito.
Il branded content è il vero e proprio “contenuto di marca”. La differenza branded content e native advertising sta prettamente nella caratteristica costituente del contenuto. Il branded content, infatti, è un tipo di contenuto creato da un’azienda o da un marchio per promuovere i propri prodotti o servizi in modo indiretto. In altre parole, il branded content è un contenuto “organico” creato dal marchio o dall’azienda per raccontarsi facendo vivere un’esperienza di marca memorabile al pubblico. Questo tipo di contenuto si distingue per la sua natura non pubblicitaria e spesso si concentra su argomenti che interessano il pubblico di riferimento dell’azienda.
Il branded content può assumere molte forme, tra cui articoli, video, podcast o storie su social media. L’obiettivo principale del branded content è quello di creare una relazione autentica con il pubblico, fornendo informazioni utili o intrattenimento, e di conseguenza generare un coinvolgimento positivo con il marchio.
Native advertising e branded content: il contenuto nativo.
Ora che abbiamo chiarito nello specifico che cos’è un branded content, passiamo al suo fratello eterozigote, il native advertising.
Nella dicotomia branded content vs native advertising, la pubblicità nativa si identifica come una forma pubblicitaria di contenuto. Il native advertising, infatti, è la pubblicità che si integra perfettamente nel flusso contenutistico del sito web o dell’applicazione in cui appare. Si mostra come un contenuto organico e non come una pubblicità tradizionale. Questo tipo di pubblicità viene creata in collaborazione con l’editore e appare come parte integrante del contenuto del sito o dell’applicazione.
L’obiettivo del native advertising è quello di aumentare la consapevolezza del marchio, promuovere i prodotti o i servizi in modo più discreto rispetto alla pubblicità tradizionale, e migliorare la reputazione del marchio. La pubblicità nativa può assumere molte forme, tra cui articoli, video, post sui social media o elenchi di prodotti sponsorizzati.
In sintesi, la principale differenza tra branded content e pubblicità nativa è che il primo viene creato direttamente dall’azienda stessa, mentre il secondo è creato in collaborazione con l’editore e appare come parte integrante del contenuto del sito o dell’applicazione in cui viene pubblicato. Inoltre, il branded content mira a creare un’esperienza di marca memorabile per il pubblico, mentre la pubblicità nativa si concentra sulla promozione del prodotto o del servizio in modo discreto.
Differenza branded content e native advertising nella pratica
Ora che abbiamo definito precisamente le strategie di branded content e native advertising, vediamone le differenze nell’applicazione pratica.
Nei paragrafi precedenti abbiamo identificato il branded content come un qualsiasi tipo di contenuto prodotto da un brand/marchio/azienda volto a migliorare l’esperienza del consumatore. Insomma, il branded content aiuta a stabilire una relazione con il brand. Questo può includere qualsiasi cosa, dal video, all’articolo, al grafico, al podcast o a qualsiasi altra forma di contenuto.
Un racconto di branded content suscita regolarmente emozioni nel pubblico e li influenza a favore del marchio, proprio perché la mera presenza statica del marchio non riesce raggiunge il pubblico tanto quanto un contenuto. Il contenuto brand è creato in modo tale da raccontare una storia piuttosto che puntare pura vendita. In altre parole, considerando branded content vs native advertising, il primo mira a educare, coinvolgere e intrattienere il pubblico su un livello diverso. Il secondo, ha un obiettivo ben specifico ovvero quello di generare un ritorno da un investimento pubblicitario, quindi, generare una conversione – lead, vendita, prenotazione di un servizio.
Branded content vs native advertising: il branded in punti.
Se si volesse riassumente in punti il branded content vs native advertising, sarebbe opportuno tenere a mente le seguenti caratteristiche di un contenuto brand.
- Genera engagement & awareness
Uno dei fattori più evidenti del branded content vs native advertising è che crea il primo genera attenzione sul marchio e non prettamente sulla vendita. Se le persone menzionano, condividono e visualizzano un contenuto brand , significa che ha stabilito una conversazione con loro. Puoi utilizzare le stesse metriche chiave per misurare il successo della tua campagna.
- Racconta valori, non il prodotto
Il pubblico di oggi è più attento: riconosce le fregature e soprattutto richiede una presa di posizione. Quindi, il branded content aiuta gli utenti a riconoscere il valore di un marchio, in modo informativo o divertente.
- Raccontando, evoca emozioni
Come detto in precedenza, il branded content non si concentra sulla vendita; attira il pubblico suscitando le loro emozioni. Invece di spingere un contenuto per uno scopo puramente commerciale, un branded content crea una narrazione che si collega con il pubblico su un livello personale.
Il native advertising, in punti
Il native advertising è il gemello eterozigote del branded content e, come menzionato in precedenza, differisce per qualche caratteristica peculiare. Riassumiamo qui di seguito, in punti:
- Racconta una storia, con obiettivo commerciale
Il native advertising sfrutta la strategia di content marketing per vendere o pubblicizzare un prodotto a fini commerciali. Ne deriva, quindi, che quando si mette a confronto brandend content vs native advertising, il secondo presuppone sicuramente un investimento pubblicitario che il primo non considera.
- Data driven
Siamo ufficialmente nell’era dei big data, del machine learning e dell’intelligenza artificiale. Anche per quanto riguarda native advertising e branded content, i marketers si basano sui dati per elaborare una strategia marketing. I dati aiutano a creare ed ottimizzare una campagna native advertising. O meglio, i dati aiutano il marchio a creare una storia e a misurare la sua risposta attraverso la sua campagna.
- Appare su portali terzi al brand
La pubblicità nativa è un modo efficace per raggiungere i consumatori perché può essere meno invasiva di altre forme di pubblicità online. Ecco perché, il native advertising appare su portali esterni al brand: è una forma di pubblicità online progettata per fondersi con il contenuto circostante. Questo tipo di annuncio può assumere molte forme diverse, ma spesso è progettato per sembrare un articolo o un pezzo di contenuto dal pubblicatore.
- Prevede investimento pubblicitario
Lo scopo del native advertising è diretto principalmente ad una finalità commerciale, sia essa visibilità, aumento di awareness oppure generazione di contatti interessati o vendita. Per farlo, nel native advertising si sfruttano piattaforme esterne ad un determinato marchio per inserire un annuncio a pagamento. Quindi, nel branded content vs native advertising, quest’ultimo presuppone un investimento pubblicitario.
In sintesi, la differenza branded content e native advertising sta più che altro nello scopo del contenuto, nei KPIs dello stesso e nella presenza o meno di un investimento pubblicitario.