Promuovere il proprio brand attraverso il marketing online è una scelta oculata nel mondo 4.0; occorre però avere ben chiari gli obiettivi da raggiungere e le metriche – i kpi – da valutare.
Se sei un marketer, avrai sicuramente già sentito parlare di kpi e, sicuramente, avrai anche fatto la classica ricerca “kpi cosa sono” per capire cosa si intende con questo acronimo.
Tuttavia, come dicevano i latini, repetita iuvant. Facciamo un brevissimo ripasso sui kpi significato ed esempi (calati nel native advertising).
Kpi significato e applicazione nel native advertising
La riposta che il motore di ricerca restituisce alla query “kpi cosa sono” è: kei indicator performance. Insomma, i kpi sono delle metriche dinamiche con cui si misura l’efficacia di una campagna pubblicitaria.
Le metriche di valutazione di un’attività advertising non sono un’introduzione recente. I parametri per analizzare l’andamento di business esistono da diverso tempo: i kpi differiscono dalle metriche tradizionali – come il ROAS o il ROI – perché sono dinamici e vengono utilizzati per valutare l’attività advertising sul web.
Se hai attivato una campagna native advertising quindi ti sarà utile sapere quali kpi usare per misurare i risultati della tua attività online.
Prima di scendere nel dettaglio fissiamo però un punto di partenza comune ad ogni strategia di marketing, online ed offline: definire un obiettivo preciso. A seconda del traguardo da raggiungere, infatti, per una campagna native advertising si dovranno prendere in considerazione specifici kpi. Procediamo, quindi, analizzando tre obiettivi di una campagna ed i loro specifici kpi esempi.
Obiettivo 1: migliorare la brand awareness
Come già affermato su questo blog, il native advertising è un ottimo canale per pubblicizzare non solo un prodotto ma anche un brand. Se hai appena attivato o vuoi attivare una campagna di native advertising per migliorare la brand awareness della tua azienda, allora ecco alcuni kpi esempi che ti aiuteranno a capire l’efficacia della tua attività pubblicitaria.
- Viewable/Real Impressions
Questo dato indica quante volte un utente ha effettivamente visto l’annuncio native. Il parametro differisce notevolmente dalla metrica “impression”, che definisce quante volte un annuncio è stato mostrato online, a prescindere dalle visualizzazioni ottenute. La piattaforma Nativery, grazie alla sua tecnologia proprietaria, permette di distinguere i due dati per migliorare l’analisi delle performance delle campagne. - Unique visitors
Si riferisce al numero di persone che hanno visitato una pagina web di un brand dopo averne visto l’annuncio. Se il traffico organico al sito del marchio soggetto a sponsorizzazione è aumentato dopo il lancio della campagna adv, allora si è sulla strada giusta per raggiungere ottimi risultati in termini di awareess. - CTR
È un’intramontabile metrica standard per misurare l’efficacia di una campagna native adv. Analizzare il CTR permette di capire meglio se l’annuncio promosso incontra gli interessi dell’audience. Un CTR basso può indicare una mancata coerenza tra titoli/thumb e il contenuto dell’annuncio, oppure che l’argomento non è rilevante per l’audience target.
- Bounce Rate
Misura la percentuale di visitatori che hanno lasciato la pagina senza interagire con la stessa. In altre parole, grazie al bounce rate si capisce se il nostro advertising ha stuzzicato o meno l’interesse dell’utenza. - Tempo di permanenza
Evidenzia il tempo che un utente ha effettivamente trascorso sulla pagina. Il più delle volte il dato è importate per gli advertiser, che si occupano del monitoraggio utilizzando sistemi di analisi come Google Analytics, oppure tecnologie proprie della piattaforma con cui svolgono l’attività di adv.
Obiettivo 2: aumentare l’engagement
- Conversion rate
Una conversione va ben al di là della vendita. Infatti, comprende azioni come download, iscrizioni a newsletter, richieste di informazioni. Il conversion rate determina la percentuale di utenti che dal click sull’annuncio hanno effettivamente compiuto l’azione indicata e si sono trasformati in lead.
La conversione media di un annuncio native è attorno al 2,35%. - Shares & likes
Metriche tipiche del social native advertising, indicano quante volte un annuncio è stato condiviso e quanti likes ha ottenuto. È compito degli advertiser monitorare questo dato e apportare le ottimizzazioni del caso.
Obiettivo 3: vendita
Tendenzialmente, una campagna pubblicitaria ha come finalità massima la vendita del servizio/prodotto sponsorizzato. Anche campagne di brand awareness o di engagement hanno sì obiettivi specifici, ma sottintendono comunque la promozione di un brand, la sponsorizzazione di un prodotto/servizio e un conseguente scambio commerciale tra azienda e cliente.
Quindi, sebbene il native advertising, negli ultimi anni, venga utilizzato maggiormente con obiettivo di brand awareness e generazione di leads, la vendita rimane comunque la principale finalità dei business che scelgono questo canale di sponsorizzazione. I kpi esempio, illustrati nelle righe precedenti, aiutano a valutare anche l’attività pubblicitaria con finalità di vendita.
Ci tendiamo a concludere ricordando che i tre obiettivi – brand awareness, engagement, vendita – spesso e volentieri vengono compresi all’interno di un’unica strategia native perché strettamente correlati nell’attività di promozione di un brand e che i diversi kpi vengano definiti in momenti differenti dell’attività di sponsorizzazione.
Continua a seguirci per scoprire di più sul Native Advertising e restare aggiornato su Nativery!