Il native advertising ha visto una crescita fenomenale negli ultimi anni. Un tipo di pubblicità che non interrompe la fruizione di un contenuto, che si integra perfettamente nel contesto editoriale ospitante, era ciò di cui necessitava il settore adv per attirare gli utenti del nuovo mondo digitale.
Ma come si misurano i risultati di una campagna native adv e quali sono i principali KPI di riferimento?
Il punto di partenza è comune ad ogni strategia di marketing, online ed offline: occorre definire il parametro di successo dell’attività di adv e stabilire dei traguardi da raggiungere. Successivamente, si prenderanno a riferimento specifici KPI a seconda degli obiettivi posti.
Obiettivo 1: migliorare la brand awareness
- Viewable/Real Impressions
Questo dato indica quante volte un utente ha effettivamente visto l’annuncio native. Il parametro differisce notevolmente dalla metrica “impression”, che definisce quante volte un annuncio è stato mostrato online, a prescindere dalle visualizzazioni ottenute. La piattaforma Nativery, grazie alla sua tecnologia proprietaria, permette di distinguere i due dati per migliorare l’analisi delle performance delle campagne. - Unique visitors
Si riferisce al numero di persone che hanno visitato una pagina web di un brand dopo averne visto l’annuncio. Se il traffico organico al sito del marchio soggetto a sponsorizzazione è aumentato dopo il lancio della campagna adv, allora si è sulla strada giusta per raggiungere ottimi risultati in termini di awareess. - CTR
È un’intramontabile metrica standard per misurare l’efficacia di una campagna native adv. Analizzare il CTR permette di capire meglio se l’annuncio promosso incontra gli interessi dell’audience. Un CTR basso può indicare una mancata coerenza tra titoli/thumb e il contenuto dell’annuncio, oppure che l’argomento non è rilevante per l’audience target.
- Bounce Rate
Misura la percentuale di visitatori che hanno lasciato la pagina senza interagire con la stessa. In altre parole, grazie al bounce rate si capisce se il nostro advertising ha stuzzicato o meno l’interesse dell’utenza. - Tempo di permanenza
Evidenzia il tempo che un utente ha effettivamente trascorso sulla pagina. Il più delle volte il dato è importate per gli advertiser, che si occupano del monitoraggio utilizzando sistemi di analisi come Google Analytics, oppure tecnologie proprie della piattaforma con cui svolgono l’attività di adv.

Obiettivo 2: aumentare l’engagement
- Conversion rate
Una conversione va ben al di là della vendita. Infatti, comprende azioni come download, iscrizioni a newsletter, richieste di informazioni. Il conversion rate determina la percentuale di utenti che dal click sull’annuncio hanno effettivamente compiuto l’azione indicata e si sono trasformati in lead.
La conversione media di un annuncio native è attorno al 2,35%. - Shares & likes
Metriche tipiche del social native advertising, indicano quante volte un annuncio è stato condiviso e quanti likes ha ottenuto. È compito degli advertiser monitorare questo dato e apportare le ottimizzazioni del caso.
Obiettivo 3: vendita
Sebbene il native advertising negli ultimi anni venga utilizzato più per l’aumento di brand awareness e per la generazione di leads, la vendita rimane comunque un obiettivo di business rilevante. I KPI propri della vendita sono gli stessi di quelli menzionati precedentemente.
Va da sé che i tre obiettivi – brand awareness, engagement, vendita – spesso e volentieri vengono compresi all’interno di un’unica strategia native perché strettamente correlati nell’attività di promozione di un brand e che i diversi KPI vengano definiti in momenti differenti dell’attività di sponsorizzazione.
Continua a seguirci per scoprire di più sul Native Advertising e restare aggiornato su Nativery!
Repetita Iuvant
CTR – Click Through Rate
È il rapporto, indicato in percentuale, tra il numero di clicks generati da un annuncio e le impressions che ha totalizzato. Oggi il CTR medio di una campagna native adv su smartphone è dello 0,38%, mentre su desktop è del 0,16%.