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Social e Native adv

Native advertising social media: chimera o canale?

Il native advertising social media è esso stesso social native advertising? Facciamo chiarezza sul rapporto native advertising e social media in questo articolo!
Il native advertising social media è esso stesso social native advertising? Facciamo chiarezza sul rapporto native advertising e social media in questo articolo!

Il “native advertising social media” descrive una strategia concreta? Esiste una differenza tra native advertising e social media advertising? Oppure con il termine “native advertising social media” si indica un’unica via pubblicitaria da imboccare con un obiettivo preciso?

Se anche tu, in qualità di marketer, ti sei posto/a queste domande nel corso della tua esperienza lavorativa, allora qui puoi trovare alcune risposte utili.

Nei paragrafi che seguono cercheremo, infatti, di spiegare le differenze e le somiglianze tra native advertising e social media advertising. O meglio, cercheremo di dipanare i dubbi amletici che assalgono gli addetti ai lavori dell’online advertising al pensiero: “native advertising social media”. 

Un’unica famiglia? Strategie a confronto

Anzitutto, diamo un’informazione utile a tutti gli addetti alla pubblicità online: esiste un’enorme potenzialità di integrazione di native advertising e social media.

Nell’elaborazione di una strategia multicanale occorre, infatti, considerare come i differenti canali di pubblicità online possono “collaborare” tra di loro e dare i frutti migliori della stagione advertising. A tal proposito, siamo abbastanza certi di affermare che ogni marketer, almeno una volta nella vita, si è trovato a considerare Native Advertising e Social Media Advertising come due diverse strategie. Soprattutto, due canali distinti e distanti

Tuttavia, la linea che differenzia i due tipi di pubblicità online non è del tutto netta, specialmente se si osservano le caratteristiche dei canali basandosi sulle definizioni degli stessi. 

social engagement

Native advertising social media: è un solo tipo di pubblicità?

L’advertising sui canali social come Facebook, Instagram, LinkedIn e simili è, in realtà, una rappresentazione di social native advertising. 

Infatti, la definizione di native advertising approvata dallo Iab nel 2013 riporta: “il native advertising fa riferimento ad annunci a pagamento coerenti con il contenuto della pagina, con il design e il comportamento della piattaforma in cui sono ospitati, in modo che l’utente li percepisca semplicemente come parte di essa”. 

Tenendo conto di questa definizione si può quindi affermare che fare adv sui social è fare social native advertising. Al contempo, tale forma di diffusione di contenuti pubblicitari è un esempio di native social advertising: un contenuto pubblicitario si integra alla perfezione nel contesto ospitante e, al contempo, viene utilizzato per generare una revenue (click, lead, views…). Insomma, stando al vocabolario standard i due termini sono l’uno legato all’altro: fare social native advertising vuol dire fare native social advertising e viceversa. 

Tuttavia, spesso e volentieri le linee guida ci occorrono specialmente per visualizzare una direzione: il cammino sta poi a noi. La stessa cosa accade per l’advertising: abbiamo a nostra disposizione delle definizioni, ma cosa succede se le mescoliamo?

Social Media Advertising: costruire, nutrire e diversificare l’audience

Andiamo per ordine ed analizziamo le due tipologie di pubblicità online, le loro finalità ottimali e come l’interazione dei canali native advertising e social media advertising in un’unica strategia comunicativa può portare al raggiungimento di molteplici obiettivi.

I social media sono una risorsa molto utile per i marketers. La diffusione capillare in tutto il mondo e le possibilità di targetizzazione offerte dalle piattaforme permettono letteralmente di plasmare l’audience ideale.

L’attività di social media advertising può essere molto utile per costruire, nutrire e diversificare la propria audience sul social di riferimento. Da una piccola e limitata base di followers, infatti, si può raggiungere una più vasta copertura, utilizzando gli utilissimi strumenti di targetizzazione che offrono le piattaforme di social advertising.

Così facendo, un’azienda può nutrire la sua audience più ricettiva con contenuti a target che creano maggiore engagement. Una volta raggiunta una buona base di followers, è possibile aumentare e diversificare la community, magari targetizzando la campagna con diverse specifiche demografiche e geografiche.

Native Advertising: aumentare la visibilità dei contenuti

Se l’obiettivo principale dell’azienda è l’aumento della brand awareness, allora è la sponsorizzazione dei contenuti tramite il native advertising è una risposta ideale. Infatti il canale native è perfetto per applicare una strategia di content marketing: questa è un’ottima soluzione per sopperire alle esigenze di visibilità delle aziende.

Con il native advertising si possono sponsorizzare i contenuti brandizzati sui network editoriali più importanti ed ottenere risultati reali in termini di visualizzazioni ed interazioni con il brand. A differenza del social media advertising, infatti, il canale native offre statistiche più precise – come views e click reali non compromessi da complicati algoritmi o bot. Ciò permette alle aziende di misurare concretamente i risultati ottenuti in termini di copertura e awareness.

Native advertising social media, integrazione ottimale!

È quando le strategie di advertising vengono integrate l’una nell’altra che succede la vera magia. Attivare campagne di native advertising con social media advertising in una strategia comune può essere una soluzione ottimale per aumentare le revenue pubblicitarie. Sebbene, infatti, spesso gli obiettivi siano ben definiti per i due canali, queste risorse, se ben utilizzate in strategia comune possono lavorare insieme e creare la campagna pubblicitaria perfetta. L’integrazione di Social e Native Advertising si rivela particolarmente utile quando si deve raggiungere un pubblico specifico e altamente targetizzato, come un’audience prettamente B2B.

Ad esempio, un’azienda che necessità di visibilità può utilizzare il canale nativo per creare una solida brand awareness nella sua audience specifica. La stessa audience può essere “riutilizzata” sui social per creare un pubblico di lookalike e raggiungere nuovi utenti a cui non si era arrivati precedentemente.

Insomma, nell’advertising online nulla esiste da solo e la contaminazione tra più canali adv è la chiave per incrementare i risultati dell’attività pubblicitaria di un brand.

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